“CHIUSO PER SPRECO vs APERTO PER CREATIVITÀ”

Signori Rossi – Corretti e non corrotti (www.signorirossi.it)
e Paratissima (www.paratissima.it)
presentano:

“CHIUSO PER SPRECO vs APERTO PER CREATIVITÀ”

Le serrande abbassate in un quartiere di Torino non sono il segno sofferente della crisi, ma rappresentano l’inefficienza e la propensione, spesso inconsapevole e talvolta incompetente, delle Istituzioni. L’Inps chiede 1 milione e mezzo di euro di cauzione per allestire una mostra della durata di pochi giorni in 5 locali di 30 mq circa l’uno (circa 10mila euro al metro quadro), per di più sfitti e trascurati da anni.
Gli organizzatori dell’evento artistico Paratissima, insieme ai Signori Rossi, lanciano una campagna di sensibilizzazione per “invitare” le Istituzioni a cogliere le opportunità di valorizzazione, specie quando queste provengono dai cittadini e non richiedono “costi pubblici”

A Torino PARATISSIMA – www.paratissima.it – è un evento “vetrina” per la “creatività emergente” (arte, design, moda, video, musica): giovani artisti e creativi possono promuoversi in spazi “alternativi” ai sistemi istituzionali di visibilità. Negli anni Paratissima si è insediata in alcuni quartieri di Torino (per esempio San Salvario) portando creatività e forme artistiche in svariate location: negozi, botteghe, cantieri, palestre, cinema, cortili. E in spazi e locali sfitti.
Per l’edizione 2012 (7-11 novembre) Paratissima si sposta in un quartiere torinese non centrale e piuttosto “trascurato”: Borgo Filadelfia. Luogo caratterizzato da serrande abbassate da anni, ormai diventate sfondo abituale, quotidiano, di un territorio che sembra aver vissuto la crisi prima della crisi.
Gli organizzatori di Paratissima sono autentici “Signori Rossi”: mossi da senso etico e interessati allo sviluppo del territorio e alla rigenerazione urbana, alla creatività applicata al sociale e alla collaborazione trasparente con le Istituzioni. Tutti tratti in comune con molti di noi. Pensano che utilizzare quei locali (se pure solo temporaneamente), aprendo le serrande abbassate da anni, sia quanto di meglio si possa fare. Significherebbe valorizzare dei luoghi abbandonati e inviare un messaggio positivo per contrastare il declino cui molti abitanti della zona si sentono condannati.
Così si sono attivati per contattare i proprietari di quei locali sfitti (in tutto 5, per un totale di circa 150 mq), trascurati da molti anni, sporchi, le pareti incrostate, i pavimenti bucati. Dopo il sopralluogo l’informazione che mancava: tutti quei locali sono di proprietà dell’Inps, ente statale, perciò “dei cittadini”. Quale migliore occasione, dunque, per occuparsi di quei locali: ripulirli (spese e “braccia” a carico dello staff di Paratissima), riutilizzarli e valorizzarli (evitando uno spreco di denaro e patrimonio pubblico)?
E a proposito di sprechi, c’è dell’altro: gli organizzatori di Paratissima hanno scelto il quartiere per occuparsi di quello che un tempo era il MOI (cioè, un tempo, i Mercati Ortofrutticoli all’Ingrosso) e oggi diventato “Villaggio Olimpico”. Un enorme e straordinario complesso architettonico che, dopo le Olimpiadi del 2006, è stato completamente abbandonato. Si tratta di uno tra i più citati scandali italiani, un esempio di spreco pubblico più volte bersagliato da “Striscia la notizia”.
Cocciuti e determinati i nostri “Signori Rossi dell’arte” hanno da subito provato a contattare l’Inps, incappando come immaginabile in vari rimbalzi, dirottati da questo a quell’ufficio, da questo a quel responsabile. Fin a raggiungere prima il Settore Patrimonio della sede nazionale dell’Istituto (a Roma), che ha rimandato all’Ufficio Legale dell’Inps. Qui, la situazione si è fatta seria. Per l’Inps Paratissima non era considerata un interlocutore affidabile, così gli organizzatori indomiti hanno coinvolto il Settore Patrimonio della Città di Torino nel ruolo di “intermediario”. Il Comune ha perciò inviato all’Inps, lo scorso giugno, la richiesta formale per l’uso dei locali. Tutto sembra filare liscio: quelle saracinesche sarebbero state alzate e i locali avrebbero respirato durante Paratissima, trasformati in location espositive. Dopo l’iniziale scetticismo, anche i residenti e i commercianti di Borgo Filadelfia cominciavano a crederci.
Intanto l’Inps ha cominciato a chiedere a sua volta al Comune di Torino una serie di garanzie, probabilmente di prassi: nessun costo da sostenere, l’impegno a restituire i locali nelle condizioni in cui si l’Inps li concedeva (a oggi piuttosto “malandati”, per usare un eufemismo) e poi una “cauzione” inizialmente non meglio precisata. Sono gli stessi organizzatori di Paratissima a proporre una valorizzazione: 10mila euro di cauzione (2mila euro a locale, per i 5 giorni dell’evento), cifra elevatissima considerando la mole di lavoro da investirci per renderli utilizzabili.
Paratissima è un’idea dell’associazione Ylda, che non ha scopo di lucro, e non ha neppure 10mila euro a disposizione, dunque ricorrerebbe a una fideiussione assicurativa.
Ma a questo punto, a ottobre inoltrato, arriva dall’Inps una nuova replica, che ha dell’incredibile. L’ente di previdenza, per voce dell’Ufficio Legale, chiede infatti di sostituire la specifica sulla fideiussione con la stipula di un contratto di garanzia da 1 milione e mezzo di euro. Avete letto bene.
In altre parole, hanno valorizzato l’uso per 5 giorni di 5 locali sfitti da molti anni per un totale di 150 metri quadrati circa, la cifra sbalorditiva di 1 milione e mezzo di euro: 10mila euro il metro quadro. Come i prezzi immobiliari di Parigi e New York, tanto per citare le due principali città per l’arte mondiale. E non dite che gli enti pubblici italiani non hanno una caratura internazionale!
Per gli organizzatori, onesti e intraprendenti, la cifra corrisponde ai costi di circa 13 edizioni di Paratissima. Forse è un “tantino” esagerata. Allora, che fare? Il Comune di Torino non può farci più di tanto, visto che la proprietà è dell’Inps. Ma quindi è possibile che le nostre Istituzioni perdano un’altra grande opportunità per combattere lo spreco? Possibile che nella burocrazia pubblica l’indifferenza (o la scarsa conoscenza delle situazioni, per non dire di peggio, tirando in ballo le competenze e la cultura…) generi tanto distacco dall’utilità pubblica e sociale?
E ora gli organizzatori di Paratissima si sono armati di tintura virtuale e stanno dipingendo virtualmente le serrande, come artistici murales. Le saracinesche abbassate vengono reinterpretate da 600 artisti che si sono iscritti a Paratissima 2012 e che esporranno nel quartiere di Borgo Filadelfia per i 5 giorni dell’evento.
E poi, insieme a noi Signori Rossi – Corretti non corrotti (www.signorirossi.it), vogliamo far coinvolgere la cittadinanza attiva – persone che condividono gli stessi valori e che vogliono promuovere la cultura dell’etica e della valorizzazione nella pubblica amministrazione – in una campagna di sensibilizzazione “artistica” (www.facebook.com/Paratissima) contro lo spreco e a favore dello sviluppo dei territori.
Per questo chiediamo a tutti di far girare questa notizia e di condividere su web e social network le “opere virtuali” delle serrande virtualmente rivisitate dagli artisti.

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