Consiglio d’Europa: lotta alla corruzione a rischio con il processo breve

«LE AUTORITÀ ITALIANE NON HANNO DEDICATO LA NECESSARIA ATTENZIONE»

Consiglio d’Europa: lotta alla corruzione a rischio con il processo breve


Limitati effetti positivi sulla durata dei processi rispetto ai rischi di prescrizione per importanti procedimenti

MILANO – L’introduzione del processo breve rischia di avere effetti controproducenti sulla lotta alla corruzione in Italia. È l’indicazione del Consiglio d’Europa (organizzazione che vigila sulla democrazia e i diritti umani di cui fanno parte 47 Stati). L’indicazione è contenuta nel rapporto dedicato all’Italia dell’Attività del Gruppo di Stati contro la corruzione (Greco). «Le autorità italiane non hanno dedicato la necessaria attenzione» al fenomeno della corruzione. Inoltre», si legge nel documento, le misure adottate in questo ultimo anno e mezzo «devono essere considerevolmente migliorate».

RAPPORTO – Nel suo rapporto, Greco analizza come l’Italia abbia dato seguito alle 22 raccomandazioni formulate dall’organismo del Consiglio d’Europa nell’ottobre 2009 al fine di combattere efficacemente contro la corruzione. In merito all’introduzione del processo breve, approvato dalla Camera il 13 aprile 2011, «Greco rimane cauto circa gli anticipati (limitati) effetti positivi che questa legge può avere sui processi futuri, quando comparati ai possibili rischi che i processi per corruzione falliscano a causa della prescrizione dei termini». Nel documento viene inoltre sottolineato il fatto che i limiti di prescrizione erano stati già ridotti con la legge 251 del 5 dicembre 2005 e che le autorità italiane non sono riuscite a dimostrare che questo non abbia avuto effetti «dannosi».

Redazione online
14 giugno 2011

I Commenti sono chiusi