Calabria, frode fiscale sui rifiuti Indagato assessore all’ambiente

LA REPUBBLICA

L’INCHIESTA

Calabria, frode fiscale sui rifiuti Indagato assessore all’ambiente

Pugliano coinvolto nell’indagine della Gdf sullo smaltimento per la discrica di Catanzaro, che ha portato al sequestro di 90 milioni di euro. Indagato anche funzionario dell’ufficio del commissario per l’emergenza ambientale

 

REGGIO CALABRIA – L’assessore regionale calabrese all’ambiente, Francesco Pugliano, è indagato nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di finanza che ha portato al sequestro di 90 milioni di euro nei confronti di imprenditori e dei vertici dell’ufficio del commissario per l’emergenza ambientale.

Nell’inchiesta oltre a Pugliano, che è indagato in qualità di ex sub commissario delegato per l’emergenza ambientale, è coinvolto anche l’attuale commissario per l’emergenza ambientale in Calabria, Graziano Melandri.
In particolare l’accusa contesta a Pugliano di aver emesso una serie di ordinanze con le quali ha liquidato alla società Enertech, che gestisce la discarica di Alli di Catanzaro, la somma complessiva di 1 milione e 642 mila euro. La società avrebbe incassato i fondi pur non avendo alcuna competenza per la gestione della discarica. La Enertech, secondo l’accusa, era una delle società costituite per consentire evadere le imposte.

Al commissario per l’emergenza ambientale della Calabria, Graziano Melandri, viene contestato di aver emesso quattro ordinanze con le quali ha liquidato sempre alla società Enertech la somma complessiva di 1 milione e 335 mila euro.

Nell’inchiesta è coinvolto anche un funzionario dell’Ufficio del commissario per l’emergenza ambientale, Domenico Richichi. A quest’ultimo la procura contesta, nella qualità di responsabile unico del procedimento della gestione della discarica di Alli (Catanzaro), di aver proposto l’adozione delle ordinanze firmate da Pugliano e Melandri. I tre imprenditori coinvolti nelle indagini sono Stefano Gavioli, 64 anni, di Treviso; Loris Zerbin 50 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia) e Giovanni Faggiano, 52 anni, di Brindisi. L’accusa sostiene che i tre imprenditori hanno costituito una serie di società attraverso le quali evadevano il pagamento delle imposte.

I Commenti sono chiusi