P3, una montagna di soldi nelle tasche di Marcello Dell’Utri

IL FATTO QUOTIDIANO

P3, una montagna di soldi  nelle tasche di Marcello Dell’Utri

Il senatore del Pdl ha incassato 8 milioni di euro da Berlusconi e poi ha ristrutturato la sua villa sul lago di Como. Lo ha rivelato un’informativa della Guardia di finanza, ma i pm Capaldo e Sabelli hanno chiuso le indagini. Il nuovo versamento si è andato ad aggiungere a uno precedente da un milione e mezzo

Ci sono 18 milioni di euro incassati dai politici della P3: Denis Verdini e Marcello Dell’Utri e pagati da altri politici del Pdl. L’incredibile rivelazione proviene dalle carte appena depositate nell’indagine sull’associazione segreta che mirava a condizionare gli organi costituzionali e giudiziari e gli enti pubblici nazionali e regionali. Nei giorni scorsi si era scoperto che – per i pm romani tra i promotori dell’associazione segreta c’erano anche Verdini e Dell’Utri. Ora si scopre che Silvio Berlusconi, il beneficiario ultimo di molte operazioni della P3 ha versato tra febbraio e marzo del 2011 ben 8 milioni di euro a Marcello Dell’Utri che si vanno ad aggiungere a un altro milione e mezzo già segnalato nelle precedenti informative. 

Anche Denis Verdini e la moglie del coordinatore del Pdl hanno ricevuto da un parlamentare-imprenditore del Pdl, il senatore e re delle cliniche Antonio Angelucci, bonifici per 8,3 milioni di euro. Questa montagna di denaro è stata scoperta dagli uomini del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza guidati dal generale Leandro Cuzzocrea solo pochi mesi fa grazie alle segnalazioni sulle operazioni sospette giunte dall’Uif, l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia. Le Fiamme Gialle ricostruiscono i flussi milionari e chiedono ai magistrati di autorizzare gli accertamenti fiscali per entrambi i politici.

In una terza informativa del 18 maggio 2011, il comandante della sezione, Andrea Salpietro, dopo avere ricostruito i ruoli dei “i principali soggetti dell’organizzazione”, tra i quali ci sono Verdini e Dell’Utri, e dopo avere riportato pagine di intercettazioni di Flavio Carboni (già arrestato) con Verdini e Dell’Utri (liberi) scrive ai pm Giancarlo Capaldo e Rodolfo Sabelli: “Si rimette a Codesta autorità giudiziaria la sussistenza dei presupposti per l’eventuale adozione di misure cautelari”.

La Finanza ipotizzava insomma le manette ma la Procura risponde due mesi dopo con un avviso di chiusura indagini che fa tirare un sospiro di sollievo anche ai politici. La situazione bancaria di Dell’Utri era già stata affrontati in un’informativa del 2010 nella quale si sottolineava l’andamento anomalo dei conti del senatore al Credito Cooperativo Fiorentino di Denis Verdini. In particolare l’Uif e la Finanza segnalavano: “un bonifico di euro 1,5 milioni ricevuto dal conto di da Silvio Berlusconi al Monte dei Paschi di Siena, in data 22 maggio 2008”. I soldi partivano dall’agenzia di Segrate usata dal Cavaliere per pagare le ragazze dell’inchiesta Ruby. Anche la causale “prestito infruttifero” è la stessa adottata per le “Olgettine”. La posizione di Dell’Utri era stata esaminata dai commissari straordinari della banca, nominati da Bankitalia dopo le dimissioni di Verdini dalla presidenza. La posizione di Dell’Utri “era classificata dalla banca come ‘incaglio’ a causa di due finanziamenti a suo favore che non presentano andamento regolare”. Uno era un mutuo ipotecario da 2 milioni con 10 rate in mora per 150 mila euro. Quando arriva il milione e mezzo dell’amico Silvio, “la posizione di Dell’Utri presentava un saldo negativo di 3 milioni e 150 mila euro su un affidamento concesso di 2,8 milioni”. Il 7 maggio 2011 arriva la seconda segnalazione dell’Uif e il Nucleo Valutario si mette all’opera. Il 21 giugno del 2011 arriva sul tavolo di Capaldo un’informativa bomba relativa al conto di Marcello Dell’Utri nella sede di una banca di Milano, acceso il 14 dicembre del 2009. “In data 25 febbraio 2011 e 11 marzo del 2011, ha introitato due bonifici rispettivamente di 1 milione e di 7 milioni di euro disposti da Silvio Berlusconi tramite Banca Intesa Private Banking sede di Milano aventi come causale ‘prestito infruttifero’”.

L’Uife la Guardia di Finanza ricostruiscono la destinazione di parte di quelle somme: “il 15 marzo Dell’Utri effettua un bonifico per l’impresa di costruzione Nessi & Majocchi di Como”, cioè l’impresa che ha curato la ristrutturazione – coordinata dalla moglie Miranda Ratti – della splendida villa del senatore, a Torno, sul lago. Dell’Utri è uno dei promotori della P3, un’associazione segreta che – secondo i pm – ha cercato tra l’altro di influenzare la Corte Costituzionale prima del verdetto sul Lodo Alfano e la Cassazione prima della decisione sulla causa fiscale che poteva costare centinaia di milioni di euro alla Mondadori. Nelle intercettazioni della P3 spesso si parla di “Cesare”, che secondo alcuni testimoni era proprio Berlusconi. Ora si scopre che il Cavaliere foraggia con 9,5 milioni di euro Dell’Utri. È lecito chiedere al senatore se non ci sia una relazione tra le attività a favore del premier e i soldi ricevuti. La risposta è in siciliano: “Come diciamo noi, sono ‘fisserie come i tuoni’, cioé storie che fanno tanto rumore per nulla”. Non c’è nessuna relazione. Voi siete del Fatto, un giornale”, aggiunge il senatore, “che non leggo ed è ovvio che fate questi pensieri maliziosi “ma le assicuro che queste sono”. Ma a cosa servivano quei soldi? “Una parte serviva per ristrutturare la mia casa. E poi, come è scritto chiaro sul bonifico, sono prestiti. Quando li restituirò è affar mio. Non del Fatto”.

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