C’è anche la tua parte

Estratto da “C’é chi dice no”  di Stefano Di Polito, Alberto Robiati, Raphael Rossi; Ed. Chiarelettere (2013)

«C’è anche la tua parte» è l’espressione che rappresenta il modo in cui si manifesta la corruzione: tu fai un piacere a me e io ne traggo un vantaggio, ma poi stai tranquillo che ce n’è anche per te, che ci guadagni pure tu. L’abbiamo sentita pronunciare nei film dai «cattivi», protagonisti del malaffare o del crimine. Guarda caso è la stessa frase rivolta a Raphael da chi ha tentato di corromperlo.

Noi crediamo al contrario che nella lotta alla corruzione ognuno di noi abbia la propria parte: è la maturazione della nostra proposta civica contenuta nel libro “C’è chi dice no” edito da Chiarelettere. La corruzione si manifesta quando un amministratore pubblico previlegia un interesse privato a un bene collettivo. I tre attori della corruzione sono pertanto amministratori, cittadini e imprenditori.  Per ognuno di loro – di noi – c’è una parte.

 

C’è anche la tua parte… da cittadino attivo

I Signori Rossi sono una risposta civica al dilagare della corruzione: attraverso il manifesto dei Signori Rossi sosteniamo e stimoliamo ogni movimento di cittadini attivi nato come presidio attorno a un bene comune; non intendiamo cioè creare un unico (ed ennesimo) movimento ma sostenere una rete di piccole azioni locali che sappiano creare un risveglio nella cittadinanza attiva al fine di prendersi cura (e risanare) lo Stato.

Vi chiediamo di aderire ai Signori Rossi per raccontare la vostra esperienza di partecipazione attiva in modo da trasferire le buone pratiche sui territori e rafforzarne l’eco gli uni con gli altri.

 

C’è anche la tua parte… da amministratore etico

I cittadini attivi sono chiamati a rafforzare il loro senso civico soprattutto nella vita professionale, sia se operano nel settore pubblico o no profit e sia nel mercato privato.

A partire da questa convinzione e grazie all’esperienza realizzata  con la pubblica amministrazione negli ultimi anni (Torino, Roma, Napoli, Foggia, Reggio Calabria, Parma, Livorno e in tanti altri piccoli e medi comuni italiani) abbiamo sviluppato un modello di buone pratiche da attuare, con opportune declinazioni in funzione degli specifici contesti di applicazione, nella gestione del territorio, dei servizi alla cittadinanza e dei beni comuni.

È un’idea di amministratori pubblici etici, dove il termine etici è per noi la pronuncia di un acronimo: E.Ti.Ci. La lettera «E» indica l’efficienza, la «T» («ti») è la tecnica e la «C» («ci») è la comunicazione.

 

 

C’è anche la tua parte… da imprenditore responsabile (e da consumatore critico)

La nostra visione prevede, quindi, «una parte» consapevole e responsabile anche per le imprese private. Recenti pratiche internazionali di marketing confermano che le imprese che operano (o tornano ad operare) per il bene comune ricevono risposte confortanti sui mercati, in particolare in un periodo di crisi economica.

Vogliamo, quindi, contribuire a promuovere un’idea di “marketing responsabile” anche nel nostro paese, attraverso il coinvolgimento delle imprese virtuose e il sostegno a forme di imprenditorialità attente allo sviluppo della società e ai bisogni umani.