“Tenetemi in vita finché posso votare”

LETTERA VIOLA

 

“Tenetemi in vita finché posso votare” l’appello di Luciano malato terminale

ULTIM’ORA 29 GIUGNO – LUCIANO NON C’È PIÙ, CONDOGLIANZE ALLA FAMIGLIA

Dal letto dell’ospedale in cui è ricoverato per un mesotelioma della pleura, una malattia provocata dall’amianto, l’ambientalista monfalconese Luciano Giorgi lancia un appello sul referendum: “Non disertate le urne, un’occasione come questa potrebbe non ripetersi più”. Parla a fatica sfidando la malattia che gli rende doloroso ogni movimento, ogni piccolo sforzo e spiega: “Questi referendum, e in particolare il quesito sul nucleare, sono l’ultima chance per portare l’Italia sulla via per le energie alternative».

È lì che secondo Giorgi sta il futuro del paese: “L’energia “verde” non è solo tutela dell’ambiente, ha un enorme potenziale economico. È uno stimolo alla ricerca e all’innovazione oltre che una fonte di occupazione. Crea posti di lavoro ogni livello, dal manovale che installa un impianto al ricercatore che lo progetta”. Nato nel quartiere operaio di Panzano, a Monfalcone, nel corso della sua vita Giorgi è stato operaio ai cantieri navali, marinaio e macchinista, e infine ferroviere.

Qualche mese fa l’amianto, piaga del Monfalconese, ha colpito anche lui, ma non ha scalfito di un briciolo la sua coerenza e la sua determinazione a favore di un mondo migliore: “Per questo lancio il mio appello al voto – dice -, è l’appello di uno che è più de là che de qua.

Io spero tanto che i giovani si mobilitino per cambiare questo Paese, la sua politica”. Ai medici del reparto oncologia invece, Giorgi ha rivolto un altro appello: “Tenetemi in vita finché posso votare”. E oggi, finalmente, lo farà. Grazie Luciano.

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