Tangenti, si dimette il sindaco di Parma «Lascio da persona onesta»

CORRIERE DELLA SERAL’ADDIO DI VIGNALI

Tangenti, si dimette il sindaco di Parma «Lascio da persona onesta»

Lettera ai cittadini a due giorni dall’inchiesta che ha mandato in carcere 4 persone tra cui l’assessore Berni

MILANO – Con una lettera indirizzata ai «cari parmigiani», il sindaco Pietro Vignali, eletto con una lista civica appoggiata dal centrodestra, ha annunciato le dimissioni delle quali il Consiglio comunale sarà chiamato a prendere atto. La rinuncia all’incarico è arrivata a due giorni dall’inchiesta della Procura che ha mandato in carcere quattro persone tra le quali l’assessore Giovanni Paolo Bernini.

«IO PERSONA ONESTA» – «Io lascio da persona onesta che ha sempre lavorato per il bene della nostra città». Così il primo cittadino di Parma, Pietro Vignali, ha comunicato le sue dimissioni attraverso una lettera. Negli ultimi giorni c’era stato prima l’arresto dell’assessore alle Politiche per l’Infanzia e alla Scuola, Giovanni Paolo Bernini, ieri poi si era dimesso uno dei più giovani consiglieri comunali, Francesco Arcuri, di Impegno per Parma. Oggi il colpo finale per Vignali, con il Pdl che ha tolto il suo sostegno alla maggioranza del sindaco. Inevitabili le dimissioni. «Cari parmigiani, con le dimissioni si chiude la mia esperienza da sindaco e da amministratore di questa città. Dimissioni di cui il Consiglio Comunale sarà chiamato a prendere atto» è l’incipit della lunga missiva. «Questa non è per me una decisione facile – prosegue Vignali – perché non è semplice cancellare più di 13 anni di vita dedicati a tempo pieno alla mia città, non risparmiandomi mai e mettendoci tutta la mia volontà e le mie capacità». Da mesi attorno a Vignali erano montate polemiche incessanti. Eppure Vignali si fa quasi un vanto del non aver lasciato la guida del Comune: «Se avessi compiuto una scelta nel mio interesse personale mi sarei dimesso già a giugno – spiega Vignali – mi sarei risparmiato tre mesi di difficoltà e di pressioni enormi, di estenuanti mediazioni, di attacchi personali. Non mi sono dimesso allora perché bisognava portare a termine alcune opere fondamentali per la città e garantire la realizzazione di eventi fondamentali come il Festival Verdi». Non solo però, secondo Vignali da giugno si sono prese decisioni improtanti come: i nuovi Piani industriali delle Aziende, assestato il Bilancio comunale, portato avanti diversi cantieri, terminato e inaugurato opere.

ROMANO E MILANESE – Il perché delle dimissioni è chiaro: «È accaduto un altro fatto grave che vede coinvolto un assessore della mia Giunta. Adesso le inchieste giudiziarie non riguardano più solo dei funzionari comunali ma esponenti politici dell’Amministrazione. La differenza è decisiva. E mi obbliga ad affrontare tutte le mie responsabilità, che non sono personali ma politiche. La mia coscienza, il mio modo d’intendere la politica, il rispetto per il mio ruolo di sindaco me lo impongono» spiega Vignali. Non manca una stoccata alla classe politica, vedi Milanese e Romano: «In Italia, nel centrodestra e nel centrosinistra, le dimissioni non si danno neppure davanti alle condanne, figuriamoci quando non si è nemmeno indagati – spiega ironico Vignali – tuttavia questo non è per me un motivo sufficiente per rimanere. È una scelta dolorosa, amara. Ma un sindaco deve saper fare anche questo».

Redazione Online

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